25 dicembre 2010

PIAVE 23-24-dicembre 2010


E' il secondo evento di piena nell'anno 2010 causato principalmente dallo scirocco che ha sciolto le nevi cadute abbondanti su tutto il bacino imbrifero del fiume Piave nei giorni precedenti.
Il fenomeno ha  interessato la nostra golena con allagamenti che si sono estesi fino all'unghia arginale.
Il tentativo di limitare il possibile allagamento di via Fontane ha messo a nudo, ancora una volta la sostanziale inadeguatezza dei mezzi di sollevamento utilizzati che, di fronte ad un non importante apporto del fosso Crè, non ha impedito ma anzi favorito il continuo ed inesorabile affioro dell'acqua di falda ivi particolarmente superficiale.
 Le acque sollevate dalle idrovore e "sparate" contro il manufatto e gli organi di movimento della chiavica.
Ancora una volta crea sconcerto e lascia perplessi la metodologia adottata per riversare le acque sollevate, addosso al corpo chiavica. Il manufatto, di fondamentale importanza non deve assolutamente essere sottoposto ad azioni come questa che ne possono compromettere la funzionalità.

 1)pericoloso scalzamento della riva arginale    
 2) indebolimento alla  base    della chiavica . C'è speranza è che questi danni vengano riparati quanto prima?                             
Le operazioni evidenziano l'improvvisazione con cui si continua ad affrontare le emergenze, fortunatamente ad oggi di limitata magnitudo. 
Interventi di questo tipo non dovrebbero essere di competenza del Consorzio di Bonifica SX Piave al quale i cittadini pagano annualmente la tassa (anche della pioggia che cade sui tetti delle loro case) ?
La supervisione degli interventi non dovrebbe competere al Genio Civile?
L'impressione è che queste strutture di salvaguardia stiano da tempo perdendo quella capacità operativa e di supporto alle nostre comunità, indispensabile, a fronte di eventi critici che sempre più frequentemente interessano il territorio.

Le conseguenze di precedenti interventi di movimentazione del terreno 
autorizzati in Area S.I.C. nella parte terminale del Negrisia

Le correnti impetuose di un ramo attivo in caso di piena  attraverso un vigneto
di recente impianto

Un inopportuno livellamento  di un dosso a ridosso del Negrisia in area S.I.C.
 l'ultima piena ha messo a nudo l'apparato radicale per un lungo tratto della riva
indebolendo il bosco ripario, e indirizzando pericolosamente la corrente.

Un filone attivo in regime di piena ha preso una pericolosa  direzione  verso le non lontane difese arginali.
i limi trasportati dalla corrente si riversano   nel Negrisia
L'area, a poche centinaia di metri dai ponti, è stata ultimamente oggetto  di massicci movimenti di terreno e disboscamento sempre nell' area S.I.C alle foci del Negrisia.



30 novembre 2010

BENE


Martedì 30 novembre 2010

Nel Consiglio Comunale di Ponte di Piave
non si è parlato di VILLA LOSCHI
L'importante argomento all'ordine del giorno è stato ritirato.


I "raffreddori", che hanno causato tante assenze nel precedente Consiglio, sembra abbiano portato tutti a ragionare più responsabilmente, anche se , fino a qualche ora prima l'intenzione di svendere incombeva minacciosa.
In conclusione non tutto il male viene per nuocere, gli acciacchi di stagione in fondo sono serviti ad evitare il grave errore.

A Ponte di Piave rimane comunque lo sconcerto e la preoccupazione nel vedere con quale improvvisazione si fanno scelte importanti per poi dire.... "scherzavo".

22 novembre 2010

ALIENAZIONE di VILLA LOSCHI

ALIENAZIONE di VILLA LOSCHI


1918- grande guerra ---sullo sfondo Villa Loschi


Quando non molto tempo fa Ponte 2000 si chiedeva come, a causa del debito relativo alle spese sostenute per la casa di riposo 7.000.000 di €, la costruzione del palazzetto dello sport 4.000.000€, la nuova biblioteca, l'archivio comunale, la sala convegni e l'ampliamento della scuola elementare 2.500.000 €, pari all'intero gettito fiscale annuale, sarebbero state sostenute le spese correnti e quelle eventuali per sopravvenute ed imprevedibili emergenze, ecco oggi la risposta: Questi interventi costituivano infatti dei veri boomerang per le già scarse risorse finanziarie.
L’amministrazione comunale di fatto si vede costretta ad alienare un bene, “il gioiello di famiglia” per poter continuare sulle discutibili scelte a suo tempo avviate e senza tener in debito conto del periodo di difficoltà economica che ci accompagna.
E’ doveroso innanzitutto ricordare e sottolineare il comportamento dell’Istituto Cottolengo di Torino che nel 2001, con la cessione di un bene ottenuto gratuitamente da benefattori di Ponte di Piave, ha saputo coniugare la legittima difesa dei propri interessi economici, con i principi e le finalità etiche che ne hanno ispirato l’impiego. Il trasferimento del complesso da parte dell’Istituto torinese Cottolengo, avvenuto nel 2001 durante l’amministrazione del compianto Sindaco Marin, ha ottenuto il consenso e la riconoscenza dell’intera Comunità locale, in contrasto oggi con la palese diversità di comportamento dell’attuale Amministrazione Comunale che, con la scelta di vendere e di monetizzarne una parte, a nostro avviso viene meno al patto.
Con una lievitazione di spesa di oltre 7 milioni di €, anziché i due inizialmente previsti, senza aver mai richiesto alcun contributo Regionale, è stata affidata dopo oltre cinque anni di inutile ed onerosa attesa, all’attuale gestore per un periodo di trenta anni contro i dieci ipotizzati. Questa pesante ipoteca sta condizionando le diverse iniziative di questa e di ben sei future amministrazioni.
Villa Loschi, costruita più di un secolo fa, danneggiata durante la prima guerra mondiale ricostruita nel secondo decennio del 900 e mantenuta decorosamente ad oggi, entra di diritto nella Vera storia della nostra comunità, testimone delle vicissitudini di un secolo molto movimentato come quello scorso. L’attuale Amministrazione a cui è stata affidata, doveva assumersi l’impegno assoluto di difendere e non liberarsene, senza chiari vincoli, alla prima occasione, come moneta sonante, utilizzata per pagare gli errori dovuti alle proprie scelte. Perchè è quello che serve oggi: una somma per far quadrare il bilancio comunale e continuare a piangere strumentalmente sulla stretta che il patto di stabilità causa alle casse comunali.
Mentre il Sindaco da tempo protesta per la mancanza di fondi per far fronte alla corrente amministrazione del comune, da troppi anni nel nostro paese manca una programmazione sostenibile nelle spese e nelle scelte, è il caso delle grandi opere, impostate senza il preventivo consenso dei cittadini e con decisioni assunte dall'alto senza alcuna consultazione pubblica. Oggi i cittadini di Ponte di Piave cominciano a vedere e sentirne le conseguenze e non sarà più il tempo di addossare le colpe agli altri .

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA :http://villaloschi.blogspot.com/
PONTE 2000

17 novembre 2010

RIFLESSIONI


Riflettere sulla sicurezza



Ponte di Piave_ novembre 2010
Stato di inconsistenza della riva arginale, in area di massimo rischio,
dovuto ad incendi primaverili delle erbe e una scadente manutenzione delle stesse.




Negrisia :
smottamento di un'ampia superficie aderente al torrente Negrisia, in area SIC per l'impianto di un vigneto. L'area golenale è interessata da filoni attivi in regime di piena, come evidenziano le immagini seguenti.
















04 novembre 2010

PIAVE-1-2-3-4 NOVEMBRE 2010

dati relativi alla piena dal 31-ottobre al 4 novembre 2010 elaborati daPonte2000.

A poche ore dagli eventi di piena in località Ponte di Piave risultano interessanti alcune prime analisi sui dati raccolti relativi a portate e altezze idrometriche:

La piena del Piave , iniziata nella mattina di sabato 31 novembre, ha raggiunto il suo culmine a Ponte di Piave nel primo pomeriggio alle ore 14 di martedì 2 con un’altezza idrometrica di 8,65m. Tale quota derivava da portate sostenute, intorno ai 1000 m^al secondo, per 32 ore con un picco di 1300 metri cubi al secondo valutati a Segusino alle ore 3 del giorno 2 . A Ponte di Piave il tempo di corrivazione (ritardo tra il picco di Segusino e la massima altezza idrometrica ai ponti di Ponte di Piave ) è stato di 12 ore.

L’onda di marea che normalmente risale rapidamente il corso del fiume e si estende fino a Salgareda, in questa occasione non ha presentato componenti particolarmente negative al deflusso delle acque durante tutto l’evolversi del fenomeno. Come dimostra il grafico della marea a Venezia in quelle ore.

I volumi transitati sotto i nostri ponti possono essere stimati in 100 milioni di metri cubi d’acqua in 24 ore tra le giornate di lunedì e martedì e prossime a 300 milioni di m^3 se consideriamo tutta la durata dell'evento di piena.
Il fenomeno si sta esaurendo con buona rapidità raggiungendo quote d’alveo normali.

Ponte2000


03 novembre 2010

Le Piene del 2002 e 1998

Grafico della piena del 7-8-9 0ttobre 1998 a Ponte di Piave.
Volumi transitati in 50 ore: 138.000.000 metri cubi




Altri eventi di piena seguiti nella loro evoluzione da Ponte 2000











L'evento del 25-26-27 novembre 2002 è stato preceduto qualche giorno prima da una piena consistente le cui caratteristiche sono riportate nel grafico sopra.
Volumi transitati 150.000.000 metri cubi.

L' evento di piena del 25-25-27 novembre 2002 . Il picco più sostenuto (a Busche, vicino ai 1800 m^3/secondo) e con caratteristiche dell'onda di piena analoghe a quelle del novembre 2010.
Volumi transitati 350.000.000 metri cubi.





Casse d'espansione a Ponte di Piave: evidentemente pericolose

Ponte2000: Dimentichiamo le casse d'espansione a Ponte di Piave

guardando questa fotografia della golena di Ponte di Piave pubblicata nel Web, c'è da chiedersi se ha senso parlare ancora di casse d'espansione artificiali (cassa n°1 nella parte in basso a sinistra), quando l'accumulo dei volumi di piena previsto risulterebbe una enorme diga alta 10 metri e "rivota di pancia" all'abitato?

In ogni caso, anche con portate sostenute come quella del 2 novembre 2010, (1300 m^3 al sec) i riflessi devastanti che ne deriverebbero, si rifletterebbero alle le zone a monte dei ponti aumentando notevolmente l'entità del rischio.

Ponte2000


06 ottobre 2010

DISAGI NEL TRASPORTO PUBBLICO


Lunghe code, anche di ore, per il rinnovo dell’abbonamento dell’autobus e del treno per la tratta Oderzo Treviso presso l’unica biglietteria ad Oderzo. Orari del servizio pubblico dei trasporti che sembrano scelti apposta per creare disagio e frustrazione agli utenti con ritardi e uscite anticipate dalle attività didattiche delle scuole, anziché rispondere in modo opportuno adeguandosi alle esigenze dei cittadini.


Il rischio è quello di incorrere in multe salate anche per chi, nonostante tutta la sua buona volontà non è riuscito a procurasi il biglietto.

Il gruppo di opinione civica Ponte 2000 si fa portavoce dei gravi disagi che in questi giorni ricadono sui cittadini utenti del servizio non solo di Ponte di Piave, ma di tutto l’opitergino mottense

Le operazioni potrebbero concludersi facilmente o mediante un distributore automatico di biglietti posizionato nei pressi del servizio o con pagamenti mediante carta di credito via Internet o creando anche a Ponte di Piave un punto di rinnovo degli abbonamenti. Oggi risulta più rapido procurarsi un biglietto aereo per un viaggio all’altro capo del mondo che muoversi nell’opitergino-mottense con i servizi pubblici.

Scarsa programmazione? Colpa della Gelmini? o è mancata la voce e l’interessamento costruttivo degli amministratori locali: Sindaci e giunte o dei consiglieri, anche locali, presenti nei consigli di amministrazione del servizio trasporti (pur premiati con lauti gettoni)?

Il punto della situazione doveva essere prontamente portato nei Consigli Comunali o all’ordine del giorno del Consorzio dei Comuni per prevenire e risolvere un problema sicuramente più impellente ad esempio di quello della macellazione degli ovini con rito islamico, oggi tanto di attualità, e che tanto sta impegnando i nostri amministratori.

All’orizzonte non c’è ancora la soluzione ai disagi sopportati dagli studenti, famiglie e Scuole del comprensorio in questo periodo.

Movimento civico di opinione Ponte2000

17 settembre 2010

Gazzettino

GAZZETTINO di TV sul tema del verde urbano a Ponte di Piave evidenziato da Ponte2000 e discusso in Consiglio Comunale.
http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=1102499&Data=20101103&CodSigla=TV

16 settembre 2010

"ALLA RICERCA DEL VERDE PERDUTO”

Se a qualificare e a far apprezzare una città è la cura, l’arricchimento o almeno il mantenimento del patrimonio a verde pubblico, questo non è il caso di Ponte di Piave.

Abbiamo assistito in questi ultimi anni ad un progressivo e consistente impoverimento delle alberature lungo i viali e nelle aree a parco del paese, senza constatare alcun segno concreto di sostituzioni o recupero delle stesse.

Non possiamo dimenticare, presso le scuole elementari del capoluogo, la completa distruzione del parco pubblico più esteso del paese, con l’abbattimento di decine di imponenti alberature nel loro pieno vigore, senza alcuno sforzo progettuale per trovare un’alternativa che integrasse, rispettando almeno in parte, il verde urbano oramai consolidato.

Presso gli impianti sportivi, lungo tutto il viale Perinotto, si è proceduto all’abbattimento di un centinaio di pini marittimi che, pur con le note problematiche di manutenzione che creavano, non si è saputo trovare un’alternativa urbanistica alla completa cementificazione del luogo, trasformandolo oggi in una sorta di assolata pista aeroportuale.

In via del Chilo a Negrisia decine di imponenti Ginko Biloba sono stati abbattuti e si è fatto posto ad una fitta schiera di lampioni con alla base una pesante barriera metallica con la motivazione che essendo alberi femmine di ginko, le inflorescenze risultavano particolarmente puzzolenti.

In questi giorni la motosega ha toccato ancora Negrisia, in via Chiesa verso il cimitero. Venti rigogliosi frassini oramai consolidati nel loro sviluppo sono stati abbattuti e anche in questo caso senza cercare un’ alternativa. L’intervento di abbattimento non era neppure previsto nel progetto della costruendo marciapiede, si è intervenuti successivamente in corso d’opera, con la motivazione apportata dall’Assessore ai lavori pubblici, di un non soddisfacente allineamento dei tronchi lungo detto viale. I due interventi attuati sopra hanno improvvisamente impoverito Negrisia per il 70% del suo patrimonio alberato che che costeggiava i viali pubblici, privandola del verde che forniva un buon biglietto da visita al suo ingresso.

Il movimento di iniziativa civica Ponte2000 da sempre sensibile ai temi di natura ambientale del territorio, esprime il suo dissenso e la sua preoccupazione per queste scelte drastiche attuate dall’Amministrazione del Comune che evidenziano in concreto una scarsa sensibilità nella gestione del patrimonio di verde comune; non bastano i discorsi di facciata appellarsi ad una fantomatica “Città Verde” posta a titolo del Piano di Assetto Territoriale quando in concreto, in questi 7 anni, di fronte ad un massiccio abbattimento, non si è vista più di una manciata di alberelli, mal curati, piantati a Ponte di Piave nelle aree pubbliche.

Ponte2000

27 luglio 2010

Il gruppo Ponte 2000 mantiene sempre vivo l’impegno civico a Ponte di Piave


Il gruppo Ponte 2000 mantiene sempre vivo l’impegno civico a Ponte di Piave

La Lista Civica Ponte 2000, nata nel 1990 come movimento spontaneo popolare per offrire ai cittadini una scelta alternativa ai vecchi partiti politici, continuerà ad interessarsi attivamente ai problemi del Paese anche dopo la scomparsa del suo fondatore e leader Dr. Gianni Marin.

Da sempre Ponte 2000 è stata aperta a chiunque volesse condividere l’interesse per il nostro paese, indipendentemente dalle appartenenze politiche e così continuerà ad essere.

Negli ultimi anni abbiamo segnalato la grave inefficienza dell’attuale Amministrazione su temi importanti come la circonvallazione, la difesa del fiume Piave, la sicurezza, l’acquisizione dello scolasticato dei Padri Giuseppini, la ristrutturazione della casa di riposo, i discutibili lavori di ampliamento della scuola elementare e del palazzetto dello sport, proponendo soluzioni alternative che avrebbero avuto sicuramente un minor impatto sulla preoccupante situazione finanziaria del paese.

Ricordiamo che, per nostra scelta, non ci siamo presentati alle ultime elezioni amministrative non condividendo la spartizione delle candidature fatta più per appartenenza politica che per competenza.

Tra i banchi dell’attuale opposizione in Consiglio Comunale siede , come indipendente, Silvana Boer, da sempre attenta all’operato dell’Amministrazione e attiva nel combattere ogni abuso o comportamento contrario al pubblico interesse, questo in sintonia con i principi a cui si ispira

Ponte 2000.


12 luglio 2010



Dott. Gianni Marin

Tenace, schietto, battagliero ma soprattutto affidabile: capace di essere sempre presente nel momento del bisogno, come solo un vero amico sa fare.

Intelligente e acuto sei stato appassionato alla “buona “ politica, purtroppo oggi quasi estinta, negli anni 90 hai fondato la Lista Civica Ponte 2000 con la quale hai governato 9 anni con rettitudine da oculato amministratore della cosa pubblica, senza condizionamenti politici, rendendo conto del tuo operato solo ai tuoi cittadini.

Maestro instancabile, sei riuscito a trasmetterci l’entusiasmo per quella politica che mette la persona al primo posto, dimostrando sensibilità particolare verso gli anziani, i bambini e le persone disagiate, scelta che avevi fatto anche nella vita professionale.

Sei stato sempre in primo piano sui temi ambientali che sono legati al nostro benessere e alla salute pubblica.

Ci hai insegnato ad essere ottimisti, combattivi ma sempre onesti corretti e pronti difendere ideali come giustizia e lealtà.

Siamo vicini alla famiglia con la quale condividiamo il dolore per la scomparsa di una grande persona alla quale intendiamo continuare ad ispirarci.

11 luglio 2010

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26 giugno 2010

5.550.000 €


I “FURBETTI DEL MUNICIPIO”


Il patto di stabilità, approvato dalla manovra economica del governo, pone, com’è noto, un tetto di spesa invalicabile per i comuni. Sono colpiti indiscriminatamente tutti gli Enti locali virtuosi o meno.

Ai Comuni è stata imposta la scelta iniqua di limitare l’esecuzione di opere pubbliche, migliorare i servizi, pagare i creditori pur avendo la disponibilità finanziaria, oppure sfidare coraggiosamente i vincoli del patto per attuare interventi considerati indispensabili e garantiti dalla necessaria copertura economica.

L’amministrazione Comunale di Ponte di Piave, unica in Provincia, ha scelto l’inedita ed ardua terza via di eludere il rigore della legge progettando due grandi opere pubbliche del costo complessivo di 5.550.000 €.

Per il progetto del complesso polivalente adiacente alla scuola ha cercato di aggirare la normativa nazionale ed europea degli appalti. Scoperta e censurata dalla competente Autorità di controllo si è acceso un contenzioso tuttora pendente. I risultati dopo 4 anni risultano visibili dallo stato del cantiere bloccato da un anno e senza previsioni certe per il futuro. I danni fin qui subiti ammontano a circa 700.000 oltre alle spese per il muto ventennale già acceso nel 2008.

Per l’esecuzione del Palazzetto dello Sport è stata scelta la via del leasing con un privato, sempre per sfuggire ai rigori del patto, benché più onerosa e di dubbia legittimità. Il contratto di locazione è stato sottoscritto il 24.3.2010 e prevede una spesa complessiva di 4.460.000 € da pagare in quaranta rate semestrali, a datare “probabilmente” dal 2013, oltre al diritto di superficie dell’area già concessa gratuitamente dal Comune e le spese di trasferimento del campo di Baseball e della tensostruttura esistente. Non risultano evidenziate le date di inizio e fine lavori.

Ci auguriamo che queste scelte improvvide non aggravino la carenza di risorse per le spese correnti continuamente lamentate dal Sindaco.

Ponte2000

23 giugno 2010

FEDERALISMO FLUVIALE

Sul “federalismo fluviale”

Il trasferimento agli Enti Locali dei beni demaniali, ivi compresi i fiumi, ha acceso l’entusiasmo delle Provincie di Treviso, Belluno, Venezia e della Regione Veneto per l’opportunità di sfruttare le “risorse” del Piave a fini turistici in aggiunta alla consistente eredità degli introiti derivanti dalle varie concessioni in atto ai grandi Enti pubblici e privati cittadini.

La dimensione economica dell’affare induce ad una attenta valutazione degli aspetti positivi ma anche dei rischi dell’operazione. Preso favorevolmente atto del radicale cambio di rotta del Governatore sul massiccio asporto di inerti sostenuto qualche anno fa, vanno considerati di fondamentale importanza l’unificazione e il trasferimento dei livelli decisionali in capo ad un unico organo di gestione con l’opportunità di realizzare e coordinare le grandi scelte programmatorie, valutando priorità e compatibilità nell’impiego delle risorse disponibili. Non va però dimenticata la persistenza di alcuni problemi di fondo storicamente irrisolti, che soltanto ora, dopo anni di silenzio, sembrano riemergere nel dibattito pubblico e con i quali dovranno necessariamente confrontarsi i nuovi gestori del fiume.

Il primo e pregiudiziale ostacolo rimane la mancanza di una pianificazione generale di bacino, surrogata fino ad oggi da alcuni progetti “stralcio” spesso tra loro in contrasto e dalla coesistenza di una serie di normative concorrenti di matrice eterogenea: comunitaria, nazionale, regionale, intercomunale, che hanno portato alla inevitabile completa assenza di ogni serio ed efficace intervento.

Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica, approvato dopo 44 anni dalla storica alluvione del 66, detta una serie di interventi strutturali dal costo insostenibile per il bilancio regionale, in aggiunta alle attuali difficoltà di reperire le risorse necessarie per gli interventi di ordinaria ed urgente manutenzione.

Chi sosterrà inoltre i costi incalcolabili derivanti dai possibili e temuti eventi eccezionali aggravati da anni di malgoverno del fiume?

Il secondo problema attiene alla pluralità degli “utilizzatori della risorsa idrica” notoriamente insufficiente per soddisfare le contemporanee esigenze di enti elettrici e consorzi di bonifica, ai cavatori di inerti e del connesso ricco patrimonio boschivo, agli esercenti una variegata attività agricola in primo luogo viticultori, ai difensori della naturalità dei siti, tutti in perenne conflitto per evidenti divergenze di obiettivi. Oltre all’arduo ed impari confronto con i potentati economici e le lobbies che governano queste attività non risulterà agevole, specie nella fase di transizione, la gestione politica di una situazione complessa e radicalmente consolidata, per gli intuibili temuti riverberi sul consenso elettorale. Non potrà costituire valido strumento di mediazione fra le parti in causa, la rigida normativa comunitaria sul rispetto e protezione dei siti di importanza naturalistica. In questa difficile cornice appare anacronistica la previsione di avvio di una attività turistica dagli esordi entusiasticamente spartani, ma con dichiarate velleità di sviluppo elitario.

L’iniziativa, certamente suggestiva per promuovere il consenso dei veneti che amano per scelta o per necessità un approccio naif alla balneazione, risulta di non facile attuazione.

Da anni ormai le sponde del fiume sono frequentate in modo disordinato ed incontrollato da una variegata presenza di ospiti, dalle tranquille famiglie in vacanza domenicale, ai meno moderati partecipanti ai frequenti “rave party” notturni, fino ai cultori delle più svariate “trasgressioni” oggi purtroppo di moda.

Ricondurre la frequentazione ludica ed il rispetto per l’ambiente nei limiti della civiltà è una scelta da apprezzare e condividere, ma anche in questo caso sorge il problema della sostenibilità dei costi, accettabili e contenuti sotto il profilo logistico, molto più problematici per la necessaria continuità di controllo e di vigilanza anche notturna.

Non ultimi ma temibili ostacoli le possibili piene del fiume che, anche se non eccezionali, spazzerebbero inesorabilmente le attrezzature ed infine le disposizioni normative sulla sicurezza, di recente approvate, che vietano categoricamente ogni edificazione anche di carattere precario nel terreno golenale.

Le vie del federalismo fluviale, almeno per quanta riguarda il Piave, sembrano ancora più lastricate di buone ed ottimistiche intenzioni che di fondate speranze per un sia pur graduale ma concreto avvio della resurrezione del fiume.

Gianni Marin

18 giugno 2010

Belvedere sotto i ponti


Il breve articolo “Un belvedere sotto i ponti” (Tribuna 19.cm. ) pone una serie di interrogativi che vanno chiariti nel pubblico interesse. Non si comprende anzitutto l’accattivante denominazione per uno squallido sentiero costruito con un materiale semisintetico del tutto eterogeneo rispetto alla naturalità dell’area e nel sito di massima pericolosità dell’intero tratto fluviale. E’ stata richiesta, in tal senso, la preventiva autorizzazione dell’organismo Regionale per la tutela dei beni naturali e paesaggistici?. Non è certo l’asserita ecologicità del materiale usato per mitigare il negativo impatto ambientale.

E’ inoltre necessaria qualche informazione sui soggetti partner del progetto. Quale la contropartita per la disponibilità del privato imprenditore fornitore del materiale e da altri eventuali sponsor?

Essenziale infine è conoscere la natura del “contributo” prestato dal Genio Civile, in particolare se si tratta di risorse finanziarie, da quale capitolo di bilancio sono state prelevate.

Da chiarire, per concludere, se esiste chi abbia rilasciato una autorizzazione ai lavori in un’ area in cui è precluso, per legge, qualsiasi intervento ad eccezione di quelli necessari per garantire od aumentare la sicurezza idraulica.

Ponte 2000

03 giugno 2010

SCUOLA LAVORI LUMACA

Rif. Art. (gazzettino 23/05 ) “SCUOLA LAVORI LUMACA”




La nota informativa del Sindaco sulla situazione aggiornata dell’
ampliamento della scuola non fornisce alcuni importanti chiarimenti e cioè:


*Perché fra le diverse opzioni possibili il Sindaco ha scelto una ditta dimostratasi poco affidabile fin dall’avvio del cantiere?
*Perché nonostante le ripetute segnalazioni e censure del direttore dei lavori sul mancato rispetto dei tempi programmati, delle norme di sicurezza e delle opere in cemento armato si è aspettato un anno per la risoluzione del contratto?
*Perché nonostante l’indicazione esplicita della direzione dei lavori di rescindere il contratto per colpa grave della ditta ed incassare la caparra disponibile (come da contratto) di 227.180 Euro il Sindaco ha non solo rinunciato a questi soldi ma ha addirittura corrisposto transattivamente alla ditta altri 324.974 Euro per le poche opere eseguite che dovranno in parte essere demolite e ricostruite?
*Perché sono state liquidate alla ditta perfino le spese di recinzione del cantiere?
A chi è stata affidata la vigilanza del cantiere dalla sua chiusura fino alla prossima apertura indicativamente fra 6 mesi?
*Chi si assume la responsabilità di garantire la sicurezza degli scolari dalla presenza di una gru che da oltre un anno incombe sul cortile della scuola?
*Perché non si è abbandonato fin da principio un mega progetto destinato a fallire limitando i lavori alla costruzione delle aule e non investire i soldi disponibili per l’auditorium, mai richiesto dalla scuola, per la nuova biblioteca nell’acquisto dei Giuseppini?
*Intende il Sindaco rispondere finalmente in modo chiaro come vengono i soldi dei cittadini?

Ponte2000

28 maggio 2010

UNA FARMACIA PER LEVADA

Sembra che finalmente a Levada apra una farmacia. Questa iniziativa attesa da molti anni consentirebbe il completamento dei servizi sanitari essenziali per una comunità in crescita.

Peccato che l’Amministrazione Comunale abbia sospeso il servizio medico avviato (da Ponte 2000) fin dagli anni 90 e posto in vendita l’ambulatorio.

Fino a due anni fa i residenti specie anziani, erano assistiti in paese e potevano ricorrere ad altre persone per l’acquisto delle medicine a Ponte ; ora possono acquistarle direttamente ma per le visite sono obbligati a recarsi, spesso con molto disagio, negli altri paesi del comune.
E’ pertanto necessario che il Sindaco si attivi sollecitamente per riattivare la presenza di un medico giustamente reclamata dalla comunità.
Ponte 2000

25 maggio 2010

“Ampliamento scuola elementare del capoluogo”

Un nuovo capitolo della infinita tragicommedia

Dopo la bocciatura del primitivo progetto 2006 da parte dell’Autorità di Vigilanza sugli appalti per violazione delle normative comunitarie ed il conseguente rinvio alla Corte dei Conti per danno erariale, la Giunta comunale ha approvato un nuovo progetto complementare diverso dal primo con costose varianti (nuova area coperta a serra, tetto rivestito di manto erboso, nuova centrale termica).

Le iniziali previsioni di spesa pari ad euro 2.550.000 rimanevano tuttavia invariate. I lavori iniziati a novembre 2008 e da completare entro maggio 2010 sono subito cominciati male con ritardi continui dei tempi programmati, gravi carenze organizzative e sulle norme per la sicurezza, irregolarità sull’esecuzione di opere in cemento armato tali da indurre il direttore dei lavori a sollecitare il Comune alla rescissione del contratto per colpa grave dell’impresa.

La Giunta comunale ha invece incredibilmente preferito concludere un “accordo bonario” con la ditta a cui, invece di chiedere i danni, ha corrisposto in via transattiva 324.970 euro e rinunciato a riscuotere la cauzione disponibile di euro 227.180.

Il comune ha inoltre concordato che i ruderi attualmente visibili vengano in parte demoliti ed in parte conservati, accettando ogni possibile rischio per il futuro edificio adibito a scuola ed in zona di recente classificata sismica.

A seguito di un’ulteriore gara di appalto pubblicato lo scorso febbraio e scaduta l’ 8 aprile mantenendo sempre le stesse previsioni di spesa del 2006, la Giunta ha aggiudicato, sia pure in via provvisoria i lavori alla ditta CMP (Cooperativa Padovana Muratori) che ha offerto l’incredibile ribasso d’asta del 40,471%. Da notare che due sole altre ditte, fra le 42 concorrenti, hanno offerto ribassi superiori al 30%. Tutte le rimanenti si sono più o meno avvicinate al valore soglia del – 23%

Il Sindaco elogiando pubblicamente i politici promotori dei benefici ottenuti nella recente campagna elettorale, ha dimenticato la Befana!

Assicuriamo i cittadini un attento controllo sugli sviluppi e la legittimità di questa singolare vicenda

( informativa del consigliere Boer comparsa sugli organi di informazione nel mese di maggio )

18 maggio 2010

= ALLARME SUL TRASPORTO PUBBLICO =

Sembra, da notizie stampa, che l’Ente Ferrovie RFI intenda sopprimere il servizio di trasporto passeggeri su alcune linee considerate non remunerative tra le quali la tratta Treviso Portogruaro.

E’ necessario che le amministrazioni dei comuni interessati si attivino con sollecitudine per contestare tale dannosa iniziativa.

Ricordiamo che nell’accordo di programma sottoscritto da Comuni, Regione, ANAS e FF.SS. per l’ampliamento della Statale Postumia e la costruzione dei sottopassi ferroviari, i Comuni avevano posto come condizione determinante per la firma, l’istituzione di un servizio trasporto passeggeri adeguato sulla tratta destinata esclusivamente a trasporto merci.

L’accordo ha comportato oneri per i Comuni. In particolare a Ponte di Piave, per consentire l’abbattimento del casello necessario per realizzare il sottopasso di via Roma, il Comune ha dovuto sostenere l’onere della ristrutturazione della stazione per alloggiare il casellante sfrattato, ottenendo in cambio il comodato d’uso gratuito dell’edificio il quale di recente è stato affidato al gruppo di volontariato “Insieme”.

Considerando inaccettabile che il cambio dell’Ente gestore delle Ferrovie possa invalidare un accordo in essere nel momento di passaggio delle competenze, con danno grave per i cittadini utenti.

Ci auguriamo che il Sindaco dimostri una maggiore attenzione e concretezza nel contrastare questa idea, di quanto offerto nella discussa vicenda della bretella stradale del centro, per evitare la viabilità ed in particolare il trasporto pubblico già estremamente precario, arrivi al collasso.

Ponte2000

29 aprile 2010

"Piave Blindato ? "

Ponte di Piave 28-04-2010
In previsione delle festività del 25 aprile e 1 maggio il Sindaco aveva assicurato la "blindatura" del Piave e maxicontrolli rigorosi a tutela dell'ordine pubblico di fronte al consueto assalto di vacanzieri.

Le misure di sicurezza annunciate a seguito di affollati vertici con l'ntervento di di amministratori, forze dell'ordine, personale ausiliario e volontario, prevedevano l'intervento di "pattuglioni" composti da forze di polizia municipale dei cinque comuni do Ponte di P. Salgareda S.Polo, Ormelle, Cimadolmo a partire dalla sera del giorno 9 conturni di vigilanza notturna programmati.

La Regione ha contribuito all' iniziativa con lo stanziamento di 60.000 Euro . Qualcosa non ha però funzionato la notte del 24. I residenti nell'area vicino alla "casa brusada" lamentano di non aver chiuso occhio fino all'alba a causa della musica assordante proveniente dalle rive del fiume.
Una verifica eseguita dopo due giorni ha consentito di documentare fotograficamente una situazione incredibile: alberi anche di alto fusto abbattuti ed utilizzati per costruire precarie strutture di ricovero, distruzione del sottobosco, residui dei bivacchi, persino la prersenza di un frigorifero.





Ci auguriamo che i controlli sicuramente condivisibili, superato il periodo di rodaggio, raggiungano concretamente i loro obiettivi.



intanto....
"fumo e arrosto"

15 aprile 2010


Un Piave in verità dimenticato

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Articolo pubblicato in OggiTreviso

Ponte di Piave - Il gruppo politico di opposizione Ponte 2000, di Ponte di Piave, in una nota, critica l'attuale situazione relativa al fiume. In una nota, Ponte 2000 risale al vertice sulla sicurezza pubblica della settimana scorsa tenutosi in comune.

In quell'occasione si fece il punto per eviutare noie durante le scampagnate del 25 aprile.

«Giusto invitare al rispetto delle cose e delle persone in occasione delle tradizionali uscite primaverili lungo il Piave cercando di sensibilizzare e responsabilizzare i gitanti a comportamenti civili» dice il gruppo.

«Soltanto in questi giorni di aprile/maggio si sente alzare la voce, si parla di territorio pieno di insidie e si mettendo in campo forze e mezzi. In altre occasioni, si è lasciato che le acque scorressero minacciose sotto i nostri ponti.

In questi ultimi anni le Istituzioni hanno predicano bene ma hanno razzolato male in tema di rispetto per il nostro Piave In verità il "vero attacco" al tratto di fiume che interessa Ponte di Piave è già avvenuto.

In particolare:

1) L'asporto delle ghiaie per 500.000 m.cubi ha provocato e continua a provocare sacche di erosione sempre più vaste che stanno intaccano le rive in modo preoccupante (vedi riva Zamuner, difesa dal Santo, il tratto monte dell'Orto Botanico) raggirando i tentativi di difesa inutilmente improntati. La movimentazione di inerti e l'asporto di legname, si sono protratti per un anno ha procurando non poco disagio ai residenti rivieraschi per rumori, passaggio di mezzi pesanti su strade poco idonee.

2) In questi ultimi anni, lungo le rive del Piave abbiamo assistito al taglio sistematico e massiccio di piante anche in periodi poco idonei (nidificazione) seguito da ridicoli tentativi dichiarati di "giardinaggio" sulle rive, con piantumazioni che sono state risucchiate alla prima piena. E' stato così eliminato il naturale pannello fonoassorbente che le schiere di alberi costituiva nei riguardi del nostro paese. I rumori causati dal traffico in statale e dal passaggio dei treni oggi si estendono amplificandosi profondamente nel territorio, con notevole peso acustico per i timpani dei cittadini.

3) E stata approvata in via esecutiva la costruzione di porticcioli, uno dei quali nei pressi della casetta di Parise, per natanti motorizzati con impatto negativo nei riguardi di un' ecosistema già fuori equilibrio. Gli attracchi sono palesamente destinati a sommergersi di parecchi metri ad ogni pur piccola morbida del fiume. Il costo di questi manufatti, (300.000 Euro a carico del Genio Civile) poteva essere destinato a concrete opere di difesa e le spese di manutenzione future di cui si è fatto carico anche il Comune di Ponte di Piave, usate per manutenzioni di opere più importanti per parte dei cittadini.

4) E le famigerate casse d'espansione? Mentre si sta cercando l'ago nel pagliaio, dei gitanti domenicali più o meno educati, nessuno ci informa (...o forse non si è accorto) che queste folli opere sono state reintrodotte alla chetichella nel Piano per la Sicurezza Idraulica, approvato nell'ottobre 2009 con esecuzione nel "breve termine". Queste dighe costituiranno un danno enorme dal punto di vista ambientale, sconvolgendo per intero il ricco ecosistema presente nel territorio golenale. Da considerare che con una piena come quella del 2002 tutto il territorio di Ponte di Piave sarebbe messo sotto scacco da un muro d'acqua alto quanto gli argini maestri : 8 m d'acqua!. Oggi, ci si limita a bloccare i ragazzi maleducati in scooter lungo le piste del fiume o figurare di raccogliere una cartaccia abbandonata.

5) I parcheggi non esistono, in una golena oramai occupata dai vigneti a Prosecco, con elevati fattori di carico inquinante, a pochi metri dall'alveo ed in terreni altamente permeabili. Mancano totalmente le vie di accesso al fiume. Le poche esistenti sono spesso bloccate da cumuli di ghiaia erti volutamente per impedire il transito ed attraversano proprietà private» conclude la nota.

Sullo stesso tema : Gazzettino di TV

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