27 gennaio 2009

PONTE DI PIAVE & POSTUMIA: SERVE UNA MEDIAZONE POLITICA

L’ennesimo rinvio della realizzazione del bypass al centro storico di Ponte di Piave, probabilmente l’ultimo in vista della ormai prossima scadenza elettorale, può sorprendere soltanto gli ingenui.

Si ricorda, ancora una volta, che i lavori erano già stati iniziati dalla precedente amministrazione
con la esecuzione delle opere più importanti e costose (sottopassi ferroviari, spostamento
dell’argine del Piave) nell’ambito di un accordo di programma approvato da tutti gli enti interessati: Regione, Provincia, Comuni, ANAS FF.SS. Genio Civile.

I lavori, interrotti con l’elezione dell’attuale amministrazione si sono definitivamente arenati perché il Sindaco, rinunciando alla delicata mediazione politica, è ricorso ad un confronto polemico
a tutto campo, in primo luogo con Regione e Provincia, attuando una serie di folkloristiche quanto
controproducenti iniziative che hanno peggiorato i rapporti di collaborazione, approfondendo un solco, a danno dei cittadini, che potrà essere colmato soltanto con il cambio di questa Amministrazione.

Interventi recenti sulla Statale Postumia approvati dalla Regione Veneto:
* Variante di Oderzo (dicembre 2008) 310.000 Euro
* Accordo Regione Comune di Gorgo al Monticano 450.000 Euro
* Bretella di Fagarè per alleggerire la Postumia 8.000.000 Euro !!

Silvana Boer Capogruppo Lista Civica PONTE2000

12 gennaio 2009

"Quando l'acqua........" il Piave torna di moda

una difesa dai piedi di sabbia

......un porto sommergibie

chi troppo vuole......
PONTE DI PIAVE
Gli eventi di morbida che in questi giorni hanno interessato la golena del Piave, in particolare
l'alveo nel tratto più a monte di Ponte di Piave devono portare a considerazioni e domande sulla
bontà di scelte che in questo decennio sono state adottate al fine di migliorare la sicurezza idraulica.
Vale la pena di immaginare le influenze che tali scelte potranno comportare in regime critico di
portata, nei riguardi delle aree esterne ai deboli argini posti a protezione dell'abitato di Ponte di
Piave, manufatti che a nostro avviso meriterebbero maggiori attenzioni con controlli più frequenti e
con opportuni rinforzi nei punti a rischio. E' nel prolungare la loro resistenza che si gioca con il
passaggio del picco dell'onda di piena critica. Nessuno sembra prendere seriamente in
considerazione questo fondamentale aspetto della sicurezza.
I siti di escavo delle ghiaie, nel tratto del fiume a monte di Ponte di Piave, sono stati numerosi in
questi anni (almeno 5), generando profondi canaloni che hanno interessato spesso tutta la sezione
dell'alveo, lunghi centinaia di metri e a volte tanto profondi, da rendere visibili le argille del fondo,
sulla base di piani cosiddetti di ricalibratura, il cui scopo dichiarato era quello di migliorare la
sicurezza idraulica in golena, quello reale il prelievo di inerti.
Si è proceduto inoltre a drastiche riduzioni delle alberature in alveo e soprattutto sulle rive.
A fronte delle morbide ordinarie di questi giorni, non sembra però che queste scelte abbiano
prodotto i risultati attesi: anche questa volta, il setaccio delle pile dei ponti ha accumulato
consistenti volumi di alberi sradicati; forse si sono scelti gli alberi sbagliati da tagliare?
A valle del ponte della SS53 è evidente l'enorme tappo che alberature, lasciate tranquillamente a
svilupparsi in altezza per troppo tempo supera oramai la superficie stradale del ponte, su quasi tutta
la sezione d'alveo e per una notevole estensione, ostacolando il deflusso delle acque in caso di
piena. Questo rallentamento di beneficio alle aree del basso corso, risulta invece dannoso per noi a
causa del rallentamento e il conseguente accumulo delle acque alla strozzatura dei ponti.
Il problema cronico del Piave è la mancanza di un piano d'intervento complessivo su tutto il corso
del fiume e la mancanza di attenzione per i singoli punti critici.
L'area dell'alveo, presso l'Orto Botanico si trova ad una quota altimetrica di una decina di metri
superiore rispetto a quella dei ponti della statale 53 e ferroviario. Questo tratto di circa 3 Km risulta
una vera "pista" sulla quale le acque si riversano rapidamente nella sacca di Ponte di Piave. Le aree
dove e avvenuta l'estrazione di inerti favoriscono il richiamo delle acque e le velocizzano con la
conseguenza di consistenti erosioni delle rive subito a monte. Il materiale inerte asportato dalle rive,
va a riempire rapidamente le capienti sacche create dalle estrazioni. I rinforzi puntuali delle aree di
erosione provocano la deviazione del flusso spostando il problema sulla sponda opposta con effetto
ping-pong che richiede continui quanto inutili e costosi interventi peggiorando la situazione
complessiva. Quindi questa è una scelta da rivedere..
In alternativa a seri interventi di difesa del fiume, altre scelte in questi tempi interessano il Piave ad
esempio il porto sul Piave che si intende costruire in quel di Salgareda, manufatto inutile
pubblicizzato e caldeggiato dalla giunta del Sindaco Zanchetta di Ponte di Piave.
I costi preventivati pari a 500.000 Euro, sarebbero sostenuti per 300.000 Euro con denaro pubblico
e il Comune di Ponte di Piave contribuirebbe con un costo non indifferente per le manutenzioni
assicurate dall'amministrazione Zanchetta.

PONTE2000

PROPAGANDA, VETRINE e FINANZE COMUNALI

Nell’editoriale del numero 0 (dicembre 2004) del giornalino “Ponte di Piave informa”, il Sindaco Zanchetta delineava la strategia editoriale affermando che “la pubblicazione non sarà uno strumento di parte attraverso il quale fare propaganda” “non si tratterà di uno strumento appaltato a soggetti esterni” . Proseguiva affermando che “ai gruppi di minoranza (che è bene ripeterlo rappresentano oltre il 70% dei cittadini) sarà riservato ampio spazio per esprimere le loro opinioni. I pochi numeri finora usciti hanno totalmente eluso questa promessa.
Il giornalino è diventato una folkloristica rassegna delle iniziative autonome di gruppi ed associazioni, alla quale si accosta strumentalmente la presenza dell’Amministrazione civica, una vetrina promozionale delle più svariate attività commerciali, imprenditoriali, professionali in uno sfavillio di fasce tricolori ostentate per le più svariate circostanze. Manca invece una realistica informazione sull’attività amministrativa e sull’uso delle finanze comunali. Alle opinioni delle minoranze è riservata una sola facciata su trantacinque disponibili! Esemplare l’ultima uscita. Il Sindaco lamenta (giustamente) la progressiva riduzione dei contributi statali che minacciano la sospensione di servizi pubblici essenziali. Subito dopo, in disinvolta contraddizione con le ristrettezze economiche denunciate, annuncia lavori per ampliamento delle scuole, un auditorium, una nuova biblioteca comunale, un palazzetto dello sport per una spesa di quasi sei milioni di euro e la conseguente perdita dello Scolasticato dei Padri Giuseppini. Tace sulla mostruosa ed inutile dilatazione di spesa (da due a quasi otto milioni di euro) per la casa di riposo e sulla bocciatura dei lavori della scuola, per comportamenti illegittimi, da parte dell’Autorità Nazionale di Vigilanza sui Lavori Pubblici con la conseguente denuncia alla Corte dei Conti.
La Giunta comunale con il Piano di assetto territoriale (PAT) in fase di elaborazione, prevede per Ponte di Piave un futuro “verde”. Si parla di riqualificazione urbana, di collegare la città con il sistema del fiume Piave ed altri corsi d’acqua quali il Negrisia, attraverso percorsi alberati, la formazione di boschetti urbani, ricostruire il rapporto città-campagna con il parco della vite legato alla cantina sociale. Spesso accade che le buone intenzioni siano smentite dai fatti, come confermano alcune recenti iniziative della Giunta: l’area boscata adiacente alla scuola elementare è stata completamente distrutta per costruire la nuova biblioteca e l’auditorium della scuola. L’ampliamento limitato alle sole aule, usato come pretesto, si sarebbe potuto eseguire conservando tutto il verde sacrificato. Nell’area contigua, ora adibita a campo per il baseball, è già stata approvata la costruzione del palazzetto dello sport (in pieno centro urbano!).
Gli alberi di Via De Gasperi sono stati tagliati trasformando il precedente viale in una pista da aeroporto. Stessa fine hanno subito le piante di via Ronche e di Via Terreni. Nelle osservazioni al Piano Territoriale Provinciale il Sindaco ha proposto di limitare a due soli brevi tratti la conservazione della caratteristica flora riparia del Negrisia, invece di conservarla integralmente, come proposto da Ponte 2000.
La ricca vegetazione arborea nelle grave del Piave è stata indiscriminatamente abbattuta, in contrasto con la deforestazione selettiva prevista dal piano per la sicurezza del fiume. Infine, in sede di rilascio di concessione edilizia per nuove fabbriche in zona industriale, il Sindaco ha monetizzato un’area destinata a verde pubblico secondario di 43.000 mq.che rischia così di essere urbanizzata.
Il progetto del Piano Territoriale, costato finora euro 116.000, sarà approvato alla scadenza ormai prossima del mandato e vincolerà le future amministrazioni per una durata minima di dieci anni
PONTE 2000 7/1/2009