19 febbraio 2010

Scuola dell'infanzia a Negrisia


In relazione all’art: “Scuola dell’infanzia a Negrisia” (Gazzettino 19-02)

= UNA PROPOSTA DI PONTE2000=

Ancora una volta il Sindaco Zanchetta interviene sulle difficoltà della scuola lamentando le carenze di Stato e Regione nel sostegno delle attività didattico educative.
Non riteniamo che il Sindaco abbia grandi meriti come difensore della scuola tenuto conto della sua incredibile rinuncia al contributo regionale per costruire l’asilo nido progettato dalla precedente amministrazione (asilo che è poi stato realizzato da privati perché assolutamente necessario a Ponte di Piave) e gli oltre 2milioni e mezzodi € versati nel baraccone mangiasoldi in costruzione presso la scuola elementare di Ponte di Piave, dove, a fronte di sole 5 nuove aule verrà edificata una nuova biblioteca, l’auditorium (mai richiesto dalla scuola!) e l’archivio comunale.

Una concreta proposta per verificare il reale interesse del Sindaco per la scuola:
l’Autorità Nazionale di Vigilanza sui lavori pubblici ha deferito alla Procura della Corte dei Conti il Sindaco perché, in violazione delle normative comunitarie ha assegnato la prima progettazione del baraccone (la nota “moschea”) ad un tecnico di fiducia anziché tramite pubblico concorso.

La procedura è stata bocciata dall’Autorità di Vigilanza e la spesa progettuale di 39.780 € addebitata alla responsabilità pecuniaria del Sindaco contravventore e dei consiglieri che la hanno condivisa.

Impiegare queste somme una volta introitate nelle casse comunali per le necessità urgenti della Scuola di Ponte in particolare la scuola materna di Negrisia, consentirebbe al Sindaco di pagare doverosamente il suo debito per le irregolarità amministrative commesse e di dimostrare con i fatti e non solo con le parole l’amore per la Scuola.

Ponte2000

02 febbraio 2010

POSTUMIA : un sogno

2004-- A GALAN: SUBITO I SOLDI O BLOCCHEREMO LA POSTUMIA
In previsione delle imminenti scadenze elettorali si riaccende il problema della circonvallazione al centro urbano. In alternativa alle folkloristiche iniziative assunte in passato dal Sindaco (la questua agli istituti di credito, l’esecuzione della rotonda nell’incrocio fra Postumia e Jesolana a spese del Comune, le minaccie a Provincia e Regione ) si ripropone ora il tracciato nel territorio di Salgareda fortemente avversato, e con evidenti ragioni dall’amministrazione di quel Comune. Si tratta di una chiara manovra elettorale destinata, purtroppo per noi a cadere. Il contemporaneo impegno di risorse su altri tratti della Postumia (8 milioni di Euro in Comune di S. Biagio) conferma ancora una volta che finché Ponte di Piave non cambierà amministrazione il bypass resterà un sogno.

01 febbraio 2010

PROMESSE e REGOLE DEMOCRATICHE DI DIALOGO


La pubblicazione del giornalino “Quì Ponte” conferma che nulla è cambiato a Ponte di Piave dopo le elezioni del 2009.
I 4474 cittadini elettori si sono riconosciuti in due schieramenti separati da soli 106 voti di scarto. Ebbene per ospitare opinioni critiche proposte dalla metà degli elettori contrari al Sindaco il giornale riserva una sola pagina su tante. Riteniamo che le ditte locali che sostengono integralmente l’onere della pubblicazione devono meritare maggior spazio e attenzione per gli attuali gravi problemi di categoria piuttosto che dover sopportare le ripetute ed in ogni caso indebite esercitazioni letterarie dell’assessore alla cultura. Gli encomiabili successi di atleti pontepiavensi nelle diverse discipline appaiono pubblicizzati in modo tale da apparire prevalentemente merito della Giunta che non a dirigenti ed atleti che sacrificano il tempo e il denaro per ottenerli. Continua ininterrotta l’illustrazione della lunga serie di mercatini, delle feste delle zucche, di ogni possibile cerimonia, alcune anche apprezzabili, ma vengono sistematicamente ignorati i veri problemi del paese sui quali i cittadini vorrebbero essere informati ed esprimere le loro opinioni favorevoli e la partecipazione attiva della cittadinanza critiche.
E’ troppo chiedere al Sindaco il rispetto delle promesse elettorali di un costante dialogo almeno nelle grandi scelte che la coinvolgono secondo le elementari regole della democrazia?