Il breve articolo “Un belvedere sotto i ponti” (Tribuna 19.cm. ) pone una serie di interrogativi che vanno chiariti nel pubblico interesse. Non si comprende anzitutto l’accattivante denominazione per uno squallido sentiero costruito con un materiale semisintetico del tutto eterogeneo rispetto alla naturalità dell’area e nel sito di massima pericolosità dell’intero tratto fluviale. E’ stata richiesta, in tal senso, la preventiva autorizzazione dell’organismo Regionale per la tutela dei beni naturali e paesaggistici?. Non è certo l’asserita ecologicità del materiale usato per mitigare il negativo impatto ambientale.
E’ inoltre necessaria qualche informazione sui soggetti partner del progetto. Quale la contropartita per la disponibilità del privato imprenditore fornitore del materiale e da altri eventuali sponsor?
Essenziale infine è conoscere la natura del “contributo” prestato dal Genio Civile, in particolare se si tratta di risorse finanziarie, da quale capitolo di bilancio sono state prelevate.
Da chiarire, per concludere, se esiste chi abbia rilasciato una autorizzazione ai lavori in un’ area in cui è precluso, per legge, qualsiasi intervento ad eccezione di quelli necessari per garantire od aumentare la sicurezza idraulica.
Ponte 2000
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