1)pericoloso scalzamento della riva arginale
2) indebolimento alla base della chiavica . C'è speranza è che questi danni vengano riparati quanto prima?
LISTA CIVICA DEL COMUNE DI PONTE DI PIAVE
guardando questa fotografia della golena di Ponte di Piave pubblicata nel Web, c'è da chiedersi se ha senso parlare ancora di casse d'espansione artificiali (cassa n°1 nella parte in basso a sinistra), quando l'accumulo dei volumi di piena previsto risulterebbe una enorme diga alta 10 metri e "rivota di pancia" all'abitato?
In ogni caso, anche con portate sostenute come quella del 2 novembre 2010, (1300 m^3 al sec) i riflessi devastanti che ne deriverebbero, si rifletterebbero alle le zone a monte dei ponti aumentando notevolmente l'entità del rischio.
Ponte2000
Lunghe code, anche di ore, per il rinnovo dell’abbonamento dell’autobus e del treno per la tratta Oderzo Treviso presso l’unica biglietteria ad Oderzo. Orari del servizio pubblico dei trasporti che sembrano scelti apposta per creare disagio e frustrazione agli utenti con ritardi e uscite anticipate dalle attività didattiche delle scuole, anziché rispondere in modo opportuno adeguandosi alle esigenze dei cittadini.
Il rischio è quello di incorrere in multe salate anche per chi, nonostante tutta la sua buona volontà non è riuscito a procurasi il biglietto.
Il gruppo di opinione civica Ponte 2000 si fa portavoce dei gravi disagi che in questi giorni ricadono sui cittadini utenti del servizio non solo di Ponte di Piave, ma di tutto l’opitergino mottense
Le operazioni potrebbero concludersi facilmente o mediante un distributore automatico di biglietti posizionato nei pressi del servizio o con pagamenti mediante carta di credito via Internet o creando anche a Ponte di Piave un punto di rinnovo degli abbonamenti. Oggi risulta più rapido procurarsi un biglietto aereo per un viaggio all’altro capo del mondo che muoversi nell’opitergino-mottense con i servizi pubblici.
Scarsa programmazione? Colpa della Gelmini? o è mancata la voce e l’interessamento costruttivo degli amministratori locali: Sindaci e giunte o dei consiglieri, anche locali, presenti nei consigli di amministrazione del servizio trasporti (pur premiati con lauti gettoni)?
Il punto della situazione doveva essere prontamente portato nei Consigli Comunali o all’ordine del giorno del Consorzio dei Comuni per prevenire e risolvere un problema sicuramente più impellente ad esempio di quello della macellazione degli ovini con rito islamico, oggi tanto di attualità, e che tanto sta impegnando i nostri amministratori.
All’orizzonte non c’è ancora la soluzione ai disagi sopportati dagli studenti, famiglie e Scuole del comprensorio in questo periodo.
Movimento civico di opinione Ponte2000
Se a qualificare e a far apprezzare una città è la cura, l’arricchimento o almeno il mantenimento del patrimonio a verde pubblico, questo non è il caso di Ponte di Piave.
Abbiamo assistito in questi ultimi anni ad un progressivo e consistente impoverimento delle alberature lungo i viali e nelle aree a parco del paese, senza constatare alcun segno concreto di sostituzioni o recupero delle stesse.
Non possiamo dimenticare, presso le scuole elementari del capoluogo, la completa distruzione del parco pubblico più esteso del paese, con l’abbattimento di decine di imponenti alberature nel loro pieno vigore, senza alcuno sforzo progettuale per trovare un’alternativa che integrasse, rispettando almeno in parte, il verde urbano oramai consolidato.
Presso gli impianti sportivi, lungo tutto il viale Perinotto, si è proceduto all’abbattimento di un centinaio di pini marittimi che, pur con le note problematiche di manutenzione che creavano, non si è saputo trovare un’alternativa urbanistica alla completa cementificazione del luogo, trasformandolo oggi in una sorta di assolata pista aeroportuale.
In via del Chilo a Negrisia decine di imponenti Ginko Biloba sono stati abbattuti e si è fatto posto ad una fitta schiera di lampioni con alla base una pesante barriera metallica con la motivazione che essendo alberi femmine di ginko, le inflorescenze risultavano particolarmente puzzolenti.
In questi giorni la motosega ha toccato ancora Negrisia, in via Chiesa verso il cimitero. Venti rigogliosi frassini oramai consolidati nel loro sviluppo sono stati abbattuti e anche in questo caso senza cercare un’ alternativa. L’intervento di abbattimento non era neppure previsto nel progetto della costruendo marciapiede, si è intervenuti successivamente in corso d’opera, con la motivazione apportata dall’Assessore ai lavori pubblici, di un non soddisfacente allineamento dei tronchi lungo detto viale. I due interventi attuati sopra hanno improvvisamente impoverito Negrisia per il 70% del suo patrimonio alberato che che costeggiava i viali pubblici, privandola del verde che forniva un buon biglietto da visita al suo ingresso.
Il movimento di iniziativa civica Ponte2000 da sempre sensibile ai temi di natura ambientale del territorio, esprime il suo dissenso e la sua preoccupazione per queste scelte drastiche attuate dall’Amministrazione del Comune che evidenziano in concreto una scarsa sensibilità nella gestione del patrimonio di verde comune; non bastano i discorsi di facciata appellarsi ad una fantomatica “Città Verde” posta a titolo del Piano di Assetto Territoriale quando in concreto, in questi 7 anni, di fronte ad un massiccio abbattimento, non si è vista più di una manciata di alberelli, mal curati, piantati a Ponte di Piave nelle aree pubbliche.
Ponte2000
Il gruppo Ponte 2000 mantiene sempre vivo l’impegno civico a Ponte di Piave
Da sempre Ponte 2000 è stata aperta a chiunque volesse condividere l’interesse per il nostro paese, indipendentemente dalle appartenenze politiche e così continuerà ad essere.
Negli ultimi anni abbiamo segnalato la grave inefficienza dell’attuale Amministrazione su temi importanti come la circonvallazione, la difesa del fiume Piave, la sicurezza, l’acquisizione dello scolasticato dei Padri Giuseppini, la ristrutturazione della casa di riposo, i discutibili lavori di ampliamento della scuola elementare e del palazzetto dello sport, proponendo soluzioni alternative che avrebbero avuto sicuramente un minor impatto sulla preoccupante situazione finanziaria del paese.
Ricordiamo che, per nostra scelta, non ci siamo presentati alle ultime elezioni amministrative non condividendo la spartizione delle candidature fatta più per appartenenza politica che per competenza.
Tra i banchi dell’attuale opposizione in Consiglio Comunale siede , come indipendente, Silvana Boer, da sempre attenta all’operato dell’Amministrazione e attiva nel combattere ogni abuso o comportamento contrario al pubblico interesse, questo in sintonia con i principi a cui si ispira
Ponte 2000.
Dott. Gianni Marin
Tenace, schietto, battagliero ma soprattutto affidabile: capace di essere sempre presente nel momento del bisogno, come solo un vero amico sa fare.
Intelligente e acuto sei stato appassionato alla “buona “ politica, purtroppo oggi quasi estinta, negli anni 90 hai fondato
Maestro instancabile, sei riuscito a trasmetterci l’entusiasmo per quella politica che mette la persona al primo posto, dimostrando sensibilità particolare verso gli anziani, i bambini e le persone disagiate, scelta che avevi fatto anche nella vita professionale.
Sei stato sempre in primo piano sui temi ambientali che sono legati al nostro benessere e alla salute pubblica.
Ci hai insegnato ad essere ottimisti, combattivi ma sempre onesti corretti e pronti difendere ideali come giustizia e lealtà.
Siamo vicini alla famiglia con la quale condividiamo il dolore per la scomparsa di una grande persona alla quale intendiamo continuare ad ispirarci.
I “FURBETTI DEL MUNICIPIO”
Il patto di stabilità, approvato dalla manovra economica del governo, pone, com’è noto, un tetto di spesa invalicabile per i comuni. Sono colpiti indiscriminatamente tutti gli Enti locali virtuosi o meno.
Ai Comuni è stata imposta la scelta iniqua di limitare l’esecuzione di opere pubbliche, migliorare i servizi, pagare i creditori pur avendo la disponibilità finanziaria, oppure sfidare coraggiosamente i vincoli del patto per attuare interventi considerati indispensabili e garantiti dalla necessaria copertura economica.
L’amministrazione Comunale di Ponte di Piave, unica in Provincia, ha scelto l’inedita ed ardua terza via di eludere il rigore della legge progettando due grandi opere pubbliche del costo complessivo di 5.550.000 €.
Per il progetto del complesso polivalente adiacente alla scuola ha cercato di aggirare la normativa nazionale ed europea degli appalti. Scoperta e censurata dalla competente Autorità di controllo si è acceso un contenzioso tuttora pendente. I risultati dopo 4 anni risultano visibili dallo stato del cantiere bloccato da un anno e senza previsioni certe per il futuro. I danni fin qui subiti ammontano a circa 700.000 € oltre alle spese per il muto ventennale già acceso nel 2008.
Per l’esecuzione del Palazzetto dello Sport è stata scelta la via del leasing con un privato, sempre per sfuggire ai rigori del patto, benché più onerosa e di dubbia legittimità. Il contratto di locazione è stato sottoscritto il 24.3.2010 e prevede una spesa complessiva di 4.460.000 € da pagare in quaranta rate semestrali, a datare “probabilmente” dal 2013, oltre al diritto di superficie dell’area già concessa gratuitamente dal Comune e le spese di trasferimento del campo di Baseball e della tensostruttura esistente. Non risultano evidenziate le date di inizio e fine lavori.
Ci auguriamo che queste scelte improvvide non aggravino la carenza di risorse per le spese correnti continuamente lamentate dal Sindaco.
Ponte2000
Sul “federalismo fluviale”
Il trasferimento agli Enti Locali dei beni demaniali, ivi compresi i fiumi, ha acceso l’entusiasmo delle Provincie di Treviso, Belluno, Venezia e della Regione Veneto per l’opportunità di sfruttare le “risorse” del Piave a fini turistici in aggiunta alla consistente eredità degli introiti derivanti dalle varie concessioni in atto ai grandi Enti pubblici e privati cittadini.
La dimensione economica dell’affare induce ad una attenta valutazione degli aspetti positivi ma anche dei rischi dell’operazione. Preso favorevolmente atto del radicale cambio di rotta del Governatore sul massiccio asporto di inerti sostenuto qualche anno fa, vanno considerati di fondamentale importanza l’unificazione e il trasferimento dei livelli decisionali in capo ad un unico organo di gestione con l’opportunità di realizzare e coordinare le grandi scelte programmatorie, valutando priorità e compatibilità nell’impiego delle risorse disponibili. Non va però dimenticata la persistenza di alcuni problemi di fondo storicamente irrisolti, che soltanto ora, dopo anni di silenzio, sembrano riemergere nel dibattito pubblico e con i quali dovranno necessariamente confrontarsi i nuovi gestori del fiume.
Il primo e pregiudiziale ostacolo rimane la mancanza di una pianificazione generale di bacino, surrogata fino ad oggi da alcuni progetti “stralcio” spesso tra loro in contrasto e dalla coesistenza di una serie di normative concorrenti di matrice eterogenea: comunitaria, nazionale, regionale, intercomunale, che hanno portato alla inevitabile completa assenza di ogni serio ed efficace intervento.
Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica, approvato dopo 44 anni dalla storica alluvione del 66, detta una serie di interventi strutturali dal costo insostenibile per il bilancio regionale, in aggiunta alle attuali difficoltà di reperire le risorse necessarie per gli interventi di ordinaria ed urgente manutenzione.
Chi sosterrà inoltre i costi incalcolabili derivanti dai possibili e temuti eventi eccezionali aggravati da anni di malgoverno del fiume?
Il secondo problema attiene alla pluralità degli “utilizzatori della risorsa idrica” notoriamente insufficiente per soddisfare le contemporanee esigenze di enti elettrici e consorzi di bonifica, ai cavatori di inerti e del connesso ricco patrimonio boschivo, agli esercenti una variegata attività agricola in primo luogo viticultori, ai difensori della naturalità dei siti, tutti in perenne conflitto per evidenti divergenze di obiettivi. Oltre all’arduo ed impari confronto con i potentati economici e le lobbies che governano queste attività non risulterà agevole, specie nella fase di transizione, la gestione politica di una situazione complessa e radicalmente consolidata, per gli intuibili temuti riverberi sul consenso elettorale. Non potrà costituire valido strumento di mediazione fra le parti in causa, la rigida normativa comunitaria sul rispetto e protezione dei siti di importanza naturalistica. In questa difficile cornice appare anacronistica la previsione di avvio di una attività turistica dagli esordi entusiasticamente spartani, ma con dichiarate velleità di sviluppo elitario.
L’iniziativa, certamente suggestiva per promuovere il consenso dei veneti che amano per scelta o per necessità un approccio naif alla balneazione, risulta di non facile attuazione.
Da anni ormai le sponde del fiume sono frequentate in modo disordinato ed incontrollato da una variegata presenza di ospiti, dalle tranquille famiglie in vacanza domenicale, ai meno moderati partecipanti ai frequenti “rave party” notturni, fino ai cultori delle più svariate “trasgressioni” oggi purtroppo di moda.
Ricondurre la frequentazione ludica ed il rispetto per l’ambiente nei limiti della civiltà è una scelta da apprezzare e condividere, ma anche in questo caso sorge il problema della sostenibilità dei costi, accettabili e contenuti sotto il profilo logistico, molto più problematici per la necessaria continuità di controllo e di vigilanza anche notturna.
Non ultimi ma temibili ostacoli le possibili piene del fiume che, anche se non eccezionali, spazzerebbero inesorabilmente le attrezzature ed infine le disposizioni normative sulla sicurezza, di recente approvate, che vietano categoricamente ogni edificazione anche di carattere precario nel terreno golenale.
Le vie del federalismo fluviale, almeno per quanta riguarda il Piave, sembrano ancora più lastricate di buone ed ottimistiche intenzioni che di fondate speranze per un sia pur graduale ma concreto avvio della resurrezione del fiume.
Gianni Marin
Il breve articolo “Un belvedere sotto i ponti” (Tribuna 19.cm. ) pone una serie di interrogativi che vanno chiariti nel pubblico interesse. Non si comprende anzitutto l’accattivante denominazione per uno squallido sentiero costruito con un materiale semisintetico del tutto eterogeneo rispetto alla naturalità dell’area e nel sito di massima pericolosità dell’intero tratto fluviale. E’ stata richiesta, in tal senso, la preventiva autorizzazione dell’organismo Regionale per la tutela dei beni naturali e paesaggistici?. Non è certo l’asserita ecologicità del materiale usato per mitigare il negativo impatto ambientale.
E’ inoltre necessaria qualche informazione sui soggetti partner del progetto. Quale la contropartita per la disponibilità del privato imprenditore fornitore del materiale e da altri eventuali sponsor?
Essenziale infine è conoscere la natura del “contributo” prestato dal Genio Civile, in particolare se si tratta di risorse finanziarie, da quale capitolo di bilancio sono state prelevate.
Da chiarire, per concludere, se esiste chi abbia rilasciato una autorizzazione ai lavori in un’ area in cui è precluso, per legge, qualsiasi intervento ad eccezione di quelli necessari per garantire od aumentare la sicurezza idraulica.
Ponte 2000
Un nuovo capitolo della infinita tragicommedia
Dopo la bocciatura del primitivo progetto 2006 da parte dell’Autorità di Vigilanza sugli appalti per violazione delle normative comunitarie ed il conseguente rinvio alla Corte dei Conti per danno erariale,
Le iniziali previsioni di spesa pari ad euro 2.550.000 rimanevano tuttavia invariate. I lavori iniziati a novembre 2008 e da completare entro maggio 2010 sono subito cominciati male con ritardi continui dei tempi programmati, gravi carenze organizzative e sulle norme per la sicurezza, irregolarità sull’esecuzione di opere in cemento armato tali da indurre il direttore dei lavori a sollecitare il Comune alla rescissione del contratto per colpa grave dell’impresa.
Il comune ha inoltre concordato che i ruderi attualmente visibili vengano in parte demoliti ed in parte conservati, accettando ogni possibile rischio per il futuro edificio adibito a scuola ed in zona di recente classificata sismica.
A seguito di un’ulteriore gara di appalto pubblicato lo scorso febbraio e scaduta l’ 8 aprile mantenendo sempre le stesse previsioni di spesa del 2006,
Il Sindaco elogiando pubblicamente i politici promotori dei benefici ottenuti nella recente campagna elettorale, ha dimenticato
Assicuriamo i cittadini un attento controllo sugli sviluppi e la legittimità di questa singolare vicenda
( informativa del consigliere Boer comparsa sugli organi di informazione nel mese di maggio )
Sembra, da notizie stampa, che l’Ente Ferrovie RFI intenda sopprimere il servizio di trasporto passeggeri su alcune linee considerate non remunerative tra le quali la tratta Treviso Portogruaro.
E’ necessario che le amministrazioni dei comuni interessati si attivino con sollecitudine per contestare tale dannosa iniziativa.
Ricordiamo che nell’accordo di programma sottoscritto da Comuni, Regione, ANAS e FF.SS. per l’ampliamento della Statale Postumia e la costruzione dei sottopassi ferroviari, i Comuni avevano posto come condizione determinante per la firma, l’istituzione di un servizio trasporto passeggeri adeguato sulla tratta destinata esclusivamente a trasporto merci.
L’accordo ha comportato oneri per i Comuni. In particolare a Ponte di Piave, per consentire l’abbattimento del casello necessario per realizzare il sottopasso di via Roma, il Comune ha dovuto sostenere l’onere della ristrutturazione della stazione per alloggiare il casellante sfrattato, ottenendo in cambio il comodato d’uso gratuito dell’edificio il quale di recente è stato affidato al gruppo di volontariato “Insieme”.
Considerando inaccettabile che il cambio dell’Ente gestore delle Ferrovie possa invalidare un accordo in essere nel momento di passaggio delle competenze, con danno grave per i cittadini utenti.
Ci auguriamo che il Sindaco dimostri una maggiore attenzione e concretezza nel contrastare questa idea, di quanto offerto nella discussa vicenda della bretella stradale del centro, per evitare la viabilità ed in particolare il trasporto pubblico già estremamente precario, arrivi al collasso.
Ponte2000
Articolo pubblicato in OggiTreviso
Ponte di Piave - Il gruppo politico di opposizione Ponte 2000, di Ponte di Piave, in una nota, critica l'attuale situazione relativa al fiume. In una nota, Ponte 2000 risale al vertice sulla sicurezza pubblica della settimana scorsa tenutosi in comune.
In quell'occasione si fece il punto per eviutare noie durante le scampagnate del 25 aprile.
«Giusto invitare al rispetto delle cose e delle persone in occasione delle tradizionali uscite primaverili lungo il Piave cercando di sensibilizzare e responsabilizzare i gitanti a comportamenti civili» dice il gruppo.
«Soltanto in questi giorni di aprile/maggio si sente alzare la voce, si parla di territorio pieno di insidie e si mettendo in campo forze e mezzi. In altre occasioni, si è lasciato che le acque scorressero minacciose sotto i nostri ponti.
In questi ultimi anni le Istituzioni hanno predicano bene ma hanno razzolato male in tema di rispetto per il nostro Piave In verità il "vero attacco" al tratto di fiume che interessa Ponte di Piave è già avvenuto.
In particolare:
1) L'asporto delle ghiaie per 500.000 m.cubi ha provocato e continua a provocare sacche di erosione sempre più vaste che stanno intaccano le rive in modo preoccupante (vedi riva Zamuner, difesa dal Santo, il tratto monte dell'Orto Botanico) raggirando i tentativi di difesa inutilmente improntati. La movimentazione di inerti e l'asporto di legname, si sono protratti per un anno ha procurando non poco disagio ai residenti rivieraschi per rumori, passaggio di mezzi pesanti su strade poco idonee.
2) In questi ultimi anni, lungo le rive del Piave abbiamo assistito al taglio sistematico e massiccio di piante anche in periodi poco idonei (nidificazione) seguito da ridicoli tentativi dichiarati di "giardinaggio" sulle rive, con piantumazioni che sono state risucchiate alla prima piena. E' stato così eliminato il naturale pannello fonoassorbente che le schiere di alberi costituiva nei riguardi del nostro paese. I rumori causati dal traffico in statale e dal passaggio dei treni oggi si estendono amplificandosi profondamente nel territorio, con notevole peso acustico per i timpani dei cittadini.
3) E stata approvata in via esecutiva la costruzione di porticcioli, uno dei quali nei pressi della casetta di Parise, per natanti motorizzati con impatto negativo nei riguardi di un' ecosistema già fuori equilibrio. Gli attracchi sono palesamente destinati a sommergersi di parecchi metri ad ogni pur piccola morbida del fiume. Il costo di questi manufatti, (300.000 Euro a carico del Genio Civile) poteva essere destinato a concrete opere di difesa e le spese di manutenzione future di cui si è fatto carico anche il Comune di Ponte di Piave, usate per manutenzioni di opere più importanti per parte dei cittadini.
4) E le famigerate casse d'espansione? Mentre si sta cercando l'ago nel pagliaio, dei gitanti domenicali più o meno educati, nessuno ci informa (...o forse non si è accorto) che queste folli opere sono state reintrodotte alla chetichella nel Piano per la Sicurezza Idraulica, approvato nell'ottobre 2009 con esecuzione nel "breve termine". Queste dighe costituiranno un danno enorme dal punto di vista ambientale, sconvolgendo per intero il ricco ecosistema presente nel territorio golenale. Da considerare che con una piena come quella del 2002 tutto il territorio di Ponte di Piave sarebbe messo sotto scacco da un muro d'acqua alto quanto gli argini maestri : 8 m d'acqua!. Oggi, ci si limita a bloccare i ragazzi maleducati in scooter lungo le piste del fiume o figurare di raccogliere una cartaccia abbandonata.
5) I parcheggi non esistono, in una golena oramai occupata dai vigneti a Prosecco, con elevati fattori di carico inquinante, a pochi metri dall'alveo ed in terreni altamente permeabili. Mancano totalmente le vie di accesso al fiume. Le poche esistenti sono spesso bloccate da cumuli di ghiaia erti volutamente per impedire il transito ed attraversano proprietà private» conclude la nota.
Sullo stesso tema : Gazzettino di TV
La lista civica PONTE2000, che ha governato il paese di Ponte di Piave per due legislature, è nata nel 1990, come movimento spontaneo popolare per offrire ai cittadini una scelta alternativa ai vecchi partiti politici, travolti poi dagli scandali di tangentopoli.
Ponte2000 non è contro il sistema dei partiti, con alcuni dei quali ha anche attivamente collaborato, ma persegue l'obiettivo di amministrare il paese al di fuori dei giochi di potere e degli interessi clientelari delle segreterie politiche.
"RAFFICA DI MULTE DURANTE IL CONCERTO"