12 gennaio 2009

PROPAGANDA, VETRINE e FINANZE COMUNALI

Nell’editoriale del numero 0 (dicembre 2004) del giornalino “Ponte di Piave informa”, il Sindaco Zanchetta delineava la strategia editoriale affermando che “la pubblicazione non sarà uno strumento di parte attraverso il quale fare propaganda” “non si tratterà di uno strumento appaltato a soggetti esterni” . Proseguiva affermando che “ai gruppi di minoranza (che è bene ripeterlo rappresentano oltre il 70% dei cittadini) sarà riservato ampio spazio per esprimere le loro opinioni. I pochi numeri finora usciti hanno totalmente eluso questa promessa.
Il giornalino è diventato una folkloristica rassegna delle iniziative autonome di gruppi ed associazioni, alla quale si accosta strumentalmente la presenza dell’Amministrazione civica, una vetrina promozionale delle più svariate attività commerciali, imprenditoriali, professionali in uno sfavillio di fasce tricolori ostentate per le più svariate circostanze. Manca invece una realistica informazione sull’attività amministrativa e sull’uso delle finanze comunali. Alle opinioni delle minoranze è riservata una sola facciata su trantacinque disponibili! Esemplare l’ultima uscita. Il Sindaco lamenta (giustamente) la progressiva riduzione dei contributi statali che minacciano la sospensione di servizi pubblici essenziali. Subito dopo, in disinvolta contraddizione con le ristrettezze economiche denunciate, annuncia lavori per ampliamento delle scuole, un auditorium, una nuova biblioteca comunale, un palazzetto dello sport per una spesa di quasi sei milioni di euro e la conseguente perdita dello Scolasticato dei Padri Giuseppini. Tace sulla mostruosa ed inutile dilatazione di spesa (da due a quasi otto milioni di euro) per la casa di riposo e sulla bocciatura dei lavori della scuola, per comportamenti illegittimi, da parte dell’Autorità Nazionale di Vigilanza sui Lavori Pubblici con la conseguente denuncia alla Corte dei Conti.
La Giunta comunale con il Piano di assetto territoriale (PAT) in fase di elaborazione, prevede per Ponte di Piave un futuro “verde”. Si parla di riqualificazione urbana, di collegare la città con il sistema del fiume Piave ed altri corsi d’acqua quali il Negrisia, attraverso percorsi alberati, la formazione di boschetti urbani, ricostruire il rapporto città-campagna con il parco della vite legato alla cantina sociale. Spesso accade che le buone intenzioni siano smentite dai fatti, come confermano alcune recenti iniziative della Giunta: l’area boscata adiacente alla scuola elementare è stata completamente distrutta per costruire la nuova biblioteca e l’auditorium della scuola. L’ampliamento limitato alle sole aule, usato come pretesto, si sarebbe potuto eseguire conservando tutto il verde sacrificato. Nell’area contigua, ora adibita a campo per il baseball, è già stata approvata la costruzione del palazzetto dello sport (in pieno centro urbano!).
Gli alberi di Via De Gasperi sono stati tagliati trasformando il precedente viale in una pista da aeroporto. Stessa fine hanno subito le piante di via Ronche e di Via Terreni. Nelle osservazioni al Piano Territoriale Provinciale il Sindaco ha proposto di limitare a due soli brevi tratti la conservazione della caratteristica flora riparia del Negrisia, invece di conservarla integralmente, come proposto da Ponte 2000.
La ricca vegetazione arborea nelle grave del Piave è stata indiscriminatamente abbattuta, in contrasto con la deforestazione selettiva prevista dal piano per la sicurezza del fiume. Infine, in sede di rilascio di concessione edilizia per nuove fabbriche in zona industriale, il Sindaco ha monetizzato un’area destinata a verde pubblico secondario di 43.000 mq.che rischia così di essere urbanizzata.
Il progetto del Piano Territoriale, costato finora euro 116.000, sarà approvato alla scadenza ormai prossima del mandato e vincolerà le future amministrazioni per una durata minima di dieci anni
PONTE 2000 7/1/2009

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